Scrivo note sullo spartito del tempo,
percorrendo volti sfumati in assenze.
Squarcio la tela dei giorni passati,
diventando Poeta, Giullare ed Inverno.
Sono un sorriso rubato dal vento
un futuro strappato anzitempo,
mentre nell’ovvio irrompe il mio canto.
Voce irriverente
cade in groviglio,
si schiude in sorriso
e si scioglie nel pianto.
Nella vertigine perdo il tuo viso,
si ribalta lo specchio
ed il senso è smarrito.
Ma il mondo svanito d’un tratto riappare,
le mani interrotte si toccano ancora,
si riempiono i vuoti, si cuce la tela,
il tuo viso ritorna e ricomincia la Storia.
La follia mi sorride e rigurgita il Senso,
a mano a mano dissolve l’istante
mi guarda, s’inchina, ed è tutto Infinito.